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07/05/2014

Se parli o non parli di immigrazione perdi l’elezione

Se parli di immigrazione perdi le elezioni europee, se non ne parli pure. Il dilemma sta qua. E' il risultato di anni e anni della non-politica dell'immigrazione dell'Italia e dell'UE. Che ha lasciato una vasta prateria a due mali estremi: l'allarmismo e la strumentalizzazione. Conditi da una sorta di ecumenismo della sinistra che la gente stenta a comprendere e accettare. C'è da scommettere, infatti, che a ogni sbarco a Lampedusa persino il buon padre di famiglia, oltre a considerazioni compassionevoli, nel suo intimo cede a riflessioni oscure e timorose. Che fine faranno i nuovi arrivati? Ingrosseranno le fila della criminalità organizzata? Ruberanno il lavoro ai miei figli? Bivaccheranno ubriachi nei quartieri della mia città? Perché sprecare soldi pubblici per mantenerli, anziché rispedirli a casa? Piaccia o no sono quesiti assai diffusi tra la popolazione. Che diventano incubi quando, come accade in queste ore, l'emergenza immigrazione conquista le prime pagine dei giornali. Per la semplice ragione che l'invasione dello straniero fa e ha sempre fatto paura. Vale per l'Italia come per qualsiasi altra nazione. Si ricordi, a titolo esemplificativo, che negli ultimi giorni la Spagna fa i conti con problemi non dissimili ai nostri. Visto che le enclave iberiche in Marocco di Ceuta e Melilla sono state letteralmente prese d'assalto da centinaia di africani pronti a tutto pur di metterci piede. Tutto questo i partiti neopopulisti l'hanno capito. E' per questo che riempiono le piazze con due slogan semplici e rassicuranti: no euro, no immigrazione. Ci si aspettava lo stesso, con posizioni diverse naturalmente, da parte dei partiti di governo di mezza Europa che appartengono alle due grandi famiglie dei socialisti e dei popolari. Entrambe invece sull'immigrazione tacciono. Coscienti che si tratta di un tema non poco scivoloso aspettano che passi la tempesta. Che, però, stavolta rischia di travolgerli tra il 22 e il 25 maggio prossimi. Quando gli elettori europei, chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento di Strasburgo, potrebbero punire pesantemente questa loro ignavia con l'astensionismo o con un largo consenso alle forze neopopuliste. Tranne che d'improvviso almeno uno dei leader socialisti o popolari abbia il coraggio di alzare la mano e prendere la parola. Non per dire che va tutto bene. Ma per ammettere che è vero sull'immigrazione, e non solo, l'UE ha fatto flop. Ma, per una ragione altrettanto semplice, ma opposta a quella sostenuta dai neopopulisti: non perché c'è troppa, ma perché c'è troppa poca Europa. Siamo bloccati a metà del guado. Torniamo indietro o andiamo avanti. L'importante è scegliere. E presto. di Giuseppe Terranova La stampa on line

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