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13/05/2014

Aids, Epatite B ed Epatite C tornano a far paura a Milano

Tre virus che sembrano trovare nella città di Milano una buona via di contagio. Si tratta di quelli che portano all'Aids, all'epatite B e alla C. I numeri: 11.500 i pazienti trattati per l'Hiv, 1.300 quelli con l'epatite B, 900 con epatite C (tremila in Lombardia). Tutte malattie infettive che sono state al centro del primo Congresso internazionale Ice (Insieme contro l'epatite) svoltosi nel capoluogo lombardo. E' bene ricordare che tra le cause dell'epatite B e dell'Hiv, la più frequente è la trasmissione sessuale, sia etero sia omo. Meno certe le cause dell'epatite C, in quanto riguarda prevalentemente pazienti in età avanzata. Il quadro milanese si completa con altre cifre da capogiro: circa 10mila le persone che muoiono per tumore al fegato conseguente all'infezione da virus delle epatiti B e C; la sola C comporta una spesa annua per il servizio sanitario di circa 520 milioni; le giornate lavorative perse a causa di queste infezioni del fegato sono quasi 8 milioni. In alcune zone della Lombardia i tassi di mortalità per cirrosi e conseguente tumore al fegato (epatocarcinoma) sono molto superiori non soltanto alla media italiana, ma anche alla media europea. Nel Novecento in questa zona ci sono state due grandi epidemie: una correlata al contagio con trasfusioni e uso di siringhe, tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale fino agli anni Sessanta, e una seconda epidemia legata all'uso di droga negli anni Settanta e Ottanta. "Oggi osserviamo due tipi di incidenza – dichiara Massimo Puoti, direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Niguarda Ca' Granda - una per le persone più anziane, intorno ai 65, concentrate soprattutto in aree rurali, per esempio nei paesi di montagna e piccoli centri non urbani. Nella stessa zona c'è anche un maggior tasso di mortalità per tumore del fegato e cirrosi rispetto ad altre zone della Lombardia. La seconda ondata epidemica coinvolge pazienti prevalentemente tra i 35 e i 55 anni, soprattutto nelle aree industriali e urbane: in questi casi la causa più frequente è l'uso di droghe per via endovenosa o via transmucosa. Nella prima ondata abbiamo genotipo 1b e 2, nella seconda genotipo 1a e 3, nonostante non siano di così facile distinzione. Tra le altre cause, molti i contagi a causa di procedure mediche, fortunatamente in ribasso, ma anche per tatuaggi e interventi estetici non chirurgici". A Milano città a far preoccupare è adesso una nuova ondata epidemica: crescono i casi di epatite C per i pazienti omosessuali maschi. In generale, nella Regione, molti pazienti con Hiv hanno anche l'epatite C (30-40%): la loro età è tra i 35 e i 60 anni. Le zone di massima prevalenza, per quanto riguarda questo quadro di doppio virus, sono quelle del'’Oltre Po Pavese e le province di Bergamo e Brescia. Mario Pappagallo, Corriere della sera on line

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