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21/08/2014

Dipendenza da internet : il Gemelli di Roma cura la sindrome da internet

Federico Tonioni è il responsabile, al Policlinico Gemelli di Roma, del primo ambulatorio italiano che si occupa di dipendenza da internet e fenomeni di cyberbullismo, al Fatto Quotidiano racconta la sua esperienza alle prese con persone di tutte le età. Spesso a presentarsi sono persone adulte, accompagnate da mogli preoccupate, alle prese con forti dipendenze da giochi d'azzardo e siti pornografici. Afferma Tonioni: "Negli adulti si tratta di una vera e propria dipendenza comportamentale, che come tutte le dipendenze nasce come forma di dissociazione. Chi ne soffre ha lo spazio mentale completamente occupato, a prescindere dal momento in cui si collega. Ci sono persone che, ad esempio, in ufficio aspettano la pausa pranzo per navigare sui siti porno: ma il problema non è la navigazione, ma il fatto che dalla mattina fino a pranzo non fanno che pensare ossessivamente a quel momento. Persino i sogni sono invasi dagli stessi contenuti". Nel caso dei giovani l'approccio è diverso: "Negli adolescenti non si può parlare di dipendenza patologica, che è fatta di compulsive coazioni a ripetere, ma di una forma di abuso di connessione, una sorta di binge digitale". Questo li porta ad avere difficoltà nell'interagire in gruppo, essendo abituati a una relazione di tipo duale. Continua Tonioni:"Per curare questi abusi bisogna prima capire che il loro concetto di spazio-tempo è completamente cambiato rispetto al nostro: oggi lo spazio vitale non è più quello reale, ma si misura con il criterio dell'accessibilità alla connessione". Per i nativi digitali essere sempre connessi è la normalità, questo incide sulla loro capacità di stare da soli e saper aspettare, basta che la connessione salti per entrare in crisi. Secondo Tonioni le nuove generazioni si rispecchiano più con lo schermo digitale che con gli occhi di chi li circonda, gestendo gli istinti online, mediandoli attraverso le immagini. E' qui che si aggrava il problema relativo al cyberbullismo, poiché la comunicazione per immagini automatizza gli istinti e non da scampo alle persone aggredite: "Il paradosso è che prima le vittime di bullismo potevano cambiare classe o città, mentre oggi il web è una sorta di acquario dove è impossibile scappare". A conclusione Tonioni si rivolge ai genitori, segnalando comportamenti che potrebbero destare allarmi, come il ritiro sociale o l'abbandono di uno sport e suggerendo un atteggiamento di dialogo, anche attraverso il conflitto (che è pur sempre comunicazione), invitandoli a evitare atteggiamenti drastici e a cambiare loro per primi: "I vostri figli se ne accorgeranno". L'Huffington Post

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