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21/06/2016

Non era mai successo: i figli più infelici dei padri

Tre ragazzi su cinque sono perennemente in ansia e insoddisfatti della loro vita. A dirlo è uno studio di Future Foundations che ha interrogato 5000 giovani inglesi tra i 17 e i 33 anni. Non si vedono in forma, dubitano della propria felicità, si sentono dei falliti nel lavoro e ritengono che dovrebbero impegnarsi di più sul piano sociale. Almeno per le cause che contano. L'ansia giovanile è così diffusa che fioriscono siti, come Youth.Anxietybc.com, che danno consigli su come combatterla. Ma l'aspetto veramente clamoroso di questa ricerca è che, all'opposto, il 63% dei loro genitori, nati tra il 1945 e il 1954 (tanto per intenderci i cosiddetti baby boomers ), è perfettamente soddisfatto di sé. Insomma, forse per la prima volta nella storia, tra le generazioni si è invertito il gap della felicità. Mai, a memoria d'uomo, era accaduto che i padri fossero più spensierati dei figli. Il motivo? I ragazzi di oggi, oltre che per la mancanza di lavoro, sono insicuri e frustrati su tutti i fronti. Le ragioni sono principalmente due. La prima: i social network. Se da un lato li usiamo per dare al mondo l'immagine migliore di noi, dall'altro ci rendono frustrati, costringendoci al confronto con le vite degli altri, che sembrano fatte di gioia e successi uno in fila all'altro. I loro lavori prestigiosi, i loro weekend fuori porta, i loro amori da favola, finiscono per farci odiare noi stessi. Ci chiediamo: "Dove ho sbagliato?". Facebook è anche il social dei "Che Guevara da tastiera", quelli che lottano a parole contro le ingiustizie, dai concorsi truccati ai baby orango minacciati dall'industria dell'olio di palma, facendoci sentire dei vigliacchi egoisti e stupidi se non ci indigniamo quanto loro. La seconda: più sottile e profonda. Secondo l'editorialista del New York Times David Brooks gli studenti sono vittime di due opposte pressioni. Che generano in loro la sensazione di strutturale inadeguatezza. Da una parte, il modello capitalistico li spinge al successo, alla scalata sociale attraverso il merito e il duro impegno. Dall'altra, si sentono in dovere di difendere l'ambientalismo, i diritti civili, l'uguaglianza, inconciliabili con il modello capitalistico di cui sopra. Così, i giovani "dal lato professionale sono stressati e esausti. Da quello politico, spirituale e morale, sono incompleti" e finiscono con l'essere "perseguitati dall'ansia". La via d'uscita? Il radicalismo politico-esistenziale che offre loro un senso forte della vita. Non tutti, per fortuna, diventano pericolosi estremisti.

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