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11/10/2016

Ritorno dell’eroina? FeDerSerD: "in Italia è sempre stato un problema grave"

Ritorno dell’eroina? “Da noi è sempre stato un problema grave, non c’è stato mai nessun affievolimento”. Ne è convinto Pietro D’Egidio, presidente di FeDerSerD, la Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, che dal suo osservatorio privilegiato commenta l’ennesimo video pubblicato su internet in cui si vede una coppia in overdose per le strade di Memphis, negli Stati uniti. Per D’Egidio, però, l’Italia sembra essere parecchio lontana da quello che sta succedendo in alcuni stati americani. E lo dimostrano i dati sulle morti per overdose. Una situazione, quella tra Italia e Usa, che per D’Egidio è “imparagonabile”.Secondo quanto riportato dagli ultimi rapporti internazionali, spiega D’Egidio, “in Italia abbiamo avuto cinque morti per overdose per milione di abitanti, mentre negli Stati uniti se ne contano 148 per milione. Significa che negli Stati uniti c’è stato un morto ogni 7 mila persone e da noi un morto ogni 200 mila abitanti da zero anni in poi. La differenza è abissale”. Un’ulteriore differenza la si può notare per quanto riguarda la sostanza che ha causato l’overdose. “In Italia sono quasi esclusivamente da eroina – spiega D’Egidio -, mentre negli Stati uniti accade il contrario: delle 47 mila morti in un anno, solo 10 mila sono per overdose da eroina, mentre 18,9 mila sono overdose da analgesici oppioidi prescritti per la terapia del dolore”. Italia che si tiene lontana anche dalla media europea e dai numeri raccolti in altri paesi dell'Ue dall'Osservatorio sulle droghe di Lisbona. “Se parliamo per milioni di abitanti, nella popolazione 15-64 anni in Italia siamo a 8 morti per milione. Sono 71 i morti per milione in Irlanda, invece, nel Regno unito ci sono 56 morti per milione, 67 morti per milione in Norvegia e mediamente nell’Ue ci sono 19 morti milione per decessi indotti da stupefacenti”. Su quello che potrebbe apparire come un ritorno dell’eroina anche in Italia, D’Egidio ha i suoi dubbi. “Non c’è – spiega -. L’eroina è sempre stato un problema grave e non c’è stato un affievolimento. Aumentando tanto le altre patologie, forse, non è stata più avanti delle altre come percentuale, ma io non ho mai visto diminuire gli eroinomani”. Anche su quella che alcuni definiscono come un’ondata di eroina fumata, D’Egidio precisa essere un fenomeno a macchia di leopardo e legata piuttosto al passato. “Il problema dell’eroina fumata è stata un’evenienza grave occorsa all'improvviso in esito alla guerra in Jugoslavia – racconta -. Alcune persone venute in Italia per rifugiarsi, soprattutto sulle coste dell’Adriatico, usavano eroina fumata. In Abruzzo abbiamo studiato alcuni casi, ma è stato parecchio tempo fa”. I problemi su cui focalizzare l’attenzione, invece, dovrebbero essere quelli dei servizi territoriali, chiamati a intervenire su un fenomeno a cui non si riesce a rispondere se non con difficoltà. “I servizi sono abbandonati a loro stessi – spiega D’Egidio -. Il governo non mantiene fede ai suoi doveri e continuiamo ad avere leggi incoerenti. Basta guardare le ultime due finanziarie con 50 milioni di euro messi sul gioco d’azzardo. Non c’è nulla nella finanziaria che permetta alle regioni di derogare a queste super leggi restrittive che ci impediscono di assumere personale, quando invece servono uomini, professionisti. C’è un blocco delle assunzioni terrificante”. Intanto, sui territori, i SerD fanno quel che possono. “Non hanno risorse – spiega D’Egidio -, mentre aumenta il numero dei pazienti in carico. Oggi abbiamo più di 300 mila pazienti e 620 unità di cura, di cui circa 580 SerD molti divisi in più sedi. L’età media delle persone in carico è di oltre 40 anni e la maggior parte sono eroinomani. Dove sono i giovani? Dove sono i cocainomani? Non ci sono perché i SerD fanno già molta fatica a garantire il minimo sufficiente per 300 mila persone. Come si fa a prenderne altri in cura?”. Come accade spesso in Italia, anche in questo caso molti servizi hanno la lista d’attesa. “Per quanto riguarda i SerD bisogna immaginare una nave che affonda, sul bordo della scialuppa c’è scritto che possono essere imbarcate 450 persone. I profughi sono in acqua, le scialuppe in mare e i profughi vengono tirati su ogni scialuppa. Si arriva a mettere 800 persone su ogni scialuppa fino a quando il bordo dell’imbarcazione arriva a pelo d’acqua, tanto che se ne prendi anche solo uno in più affonda tutta la scialuppa. Questa è la situazione in cui si trovano molti SerD in Italia. A partire dal premier Renzi, bisogna che la politica capisca”. Redattore Sociale

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