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27/02/2017

I dati sul gioco d’azzardo nel 2016 in Italia 96 Md di € spese

Il Ministero dell’Economia, in risposta ad una interrogazione parlamentare, ha fornito recentemente i dati sulla raccolta del gioco d’azzardo per il 2016 e sulle relative entrate fiscali (non sono ancora disponibili i dati delle singole regioni) Nel 2006, le vincite erano circa il 66 per cento per cento della Raccolta. Nel 2015 hanno superato l'80 per cento. Quindi, poiché la «Raccolta» del 2016 è pari a circa 96 Md€, la «Spesa» effettiva delle famiglie nel settore del gioco si aggira nel 2016 intorno ai 19 Md€. I ricavi complessivi lordi della filiera debbono calcolarsi a partire dalle perdite dei giocatori (19 miliardi circa), sottraendo la quota che l'erario preleva direttamente su tutte le attività di gioco. Nel 2016, per esempio, si tratta di sottrarre ai circa 19 miliardi, una cifra che supera i 10 miliardi (il gettito erariale appunto). Per quanto riguarda l'anno 2017, alcuni elementi inducono a ritenere probabile una contrazione del gettito, ad oggi di difficile quantificazione. Molte delibere degli enti locali, prese a seguito delle leggi regionali che hanno inteso disciplinare il gioco pubblico legale, prevedono misure che comporteranno presumibilmente un forte ridimensionamento dell'offerta legale di gioco: tali misure diventeranno effettivamente operative proprio nell'anno in corso. Possono citarsi, ad esempio, la Regione Piemonte e il Comune di Genova, che a partire dal 2 maggio 2017 consentiranno l'esercizio di sale e punti gioco solo a una distanza di oltre 300 metri da determinati (e numerosi) luoghi sensibili (scuole, ospedali, cimiteri, stabilimenti balneari, istituti di cura, bancomat, compravendita di oro). I Comuni di Napoli e Firenze hanno introdotto forti limitazioni orarie all'apertura dei punti di vendita del gioco, che porteranno, con ogni probabilità, a un forte ridimensionamento dell'offerta. Molti comuni della Lombardia hanno assunto iniziative analoghe, come ad esempio i comuni di Milano e di Bergamo. Quest'ultima applica le misure restrittive a tutti i giochi esclusi il Bingo, il Lotto – ma non il 10&Lotto – e il SuperEnalotto. Anche per evitare effetti pregiudizievoli per il Bilancio dello Stato, la legge di stabilità per il 2016, all'articolo 1, comma 936, aveva previsto che entro il 30 aprile 2016, in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281, venissero definite le caratteristiche dei punti di vendita ove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale, al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell'ordine pubblico e della pubblica fede dei giocatori e di prevenire il rischio di accesso dei minori di età (le intese raggiunte in sede di Conferenza unificata avrebbero dovuto essere recepite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le Commissioni parlamentari competenti). A tutt'oggi l'intesa non è stata raggiunta mentre gli enti locali hanno continuato a legiferare in modo sempre più restrittivo. È difficile stimare l'entità della riduzione del gettito connessa alla eventuale completa applicazione delle misure restrittive indicate; non è facile, tra l'altro, immaginare in che misura gli effetti negativi potranno essere compensati dalla parziale ridislocazione degli esercizi. È certo, però, che l'osservazione di distanze dai cosiddetti luoghi sensibili paragonabili a quelle introdotte dalle disposizioni citate inciderebbe su quote molto rilevanti dell'attuale offerta di gioco. In tale ottica, sembra di dover segnalare anche il rischio in prospettiva di un riespandersi del gioco illegale. Il gioco lecito è nato, sul finire degli anni ’90, come fenomeno di emersione dall'illegalità di una realtà che coinvolgeva milioni di persone. Cesdop

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