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31/10/2017

Bullismo, un adolescente su 5 ha subito forme di violenza sistematica

Ridono del compagno soltanto perché è basso di statura. Oppure lo bersagliano perché tartaglia, magari perché è disabile, oppure perché ha gli occhi a mandorla. A volte se la ridono solo perché gli piace studiare, sbeffeggiandolo davanti a tutti, perfino spintonandolo. Oppure lo deridono sui social, o semplicemente via sms, con messaggi infamanti e minatori. Credono di scherzare, credono di essere simpatici, ma lasciano nel ragazzino preso di mira ferite profonde, talvolta difficili da rimarginare. Il bullismo è sempre più diffuso tra i nostri giovani, anche in Toscana, dove i numeri redatti dall’Agenzia regionale di Sanità (indagine del 2015) parlano chiaro e rivelano che il 20 per cento degli adolescenti (uno su cinque) ha subito forme di bullismo sistematiche dai propri coetanei, e il fenomeno riguarda soprattutto le femmine. Più in generale, oltre la metà dei bambini tra gli 11 e i 17 anni ha subito almeno un episodio di bullismo nell'arco dell’ultimo anno. Le forme di prepotenza più frequenti (22 per cento del totale) sono le prese di giro verbali, insistenti ironie ai danni dei propri compagni, che finiscono nel mirino di un gruppetto di bulli e diventano oggetto di burle quotidiane. Poi ci sono le offese, che rappresentano il 18 per cento del totale. In questo caso, le vittime di bullismo vengono apostrofati con insulti volgari e parolacce, che usualmente tendono a enfatizzare una fragilità dell’adolescente. Fortunatamente in diminuzione le forme di bullismo legate alle violenze fisiche (8 per cento, soprattutto spinte e cazzotti). Stabile il bullismo legato ai furti (7 per cento) e all’estorsione di denaro (3 per cento). Importante anche la prepotenza legata all’esclusione da gruppi o compagnie (12 per cento). Ad aumentare considerevolmente è il cosiddetto cyberbullismo (19 per cento del totale), una forma di prepotenza che si serve delle moderne tecnologie informatiche, con un coinvolgimento del genere femminile doppio rispetto ai coetanei maschi (femmine 25,7%, maschi 12,8%). Lo strumento del bullismo diventa in questo caso il cellulare, attraverso il quale si fanno telefonate mute, si inviano minacce via sms, foto e video denigratori. “Gli studi sull’argomento – ha sottolineato Caterina Silvestri dell’Ars Toscana - hanno dimostrato un’associazione fra eventi di bullismo e l’instaurarsi di forme depressive, ansia individuale e sociale nelle vittime di prepotenze. Queste persone presentano infatti un livello più elevato di stress rispetto ai coetanei non coinvolti da questo fenomeno” e non mancano “ripercussioni sul percorso scolastico e sulla salute”. Per contrastare il fenomeno, si moltiplicano le attività di prevenzione, soprattutto nelle scuole. La Regione ha investito 80mila euro per azioni formative e di sensibilizzazione nelle scuole dei territori montani toscani. C’è poi il progetto di Radio Toscana, la cui campagna #fermailbullismo viaggia in vari istituti scolastici della regione. Importante anche lo sportello Gaia del Mayer, riservato ai bambini e adolescenti vittime di abusi e di bullismo, che ha preso in carico oltre 500 giovani dal 2008 ad oggi. “Il bullismo è ormai diventata una malattia, e come tale va affrontata attraverso la prevenzione - ha detto l'assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi - In questo senso, l’indagine condotta dall’Ars è molto importante per eseguire una mappatura del fenomeno, capirne le modalità, capirne le ragioni e, successivamente, intervenire attraverso azioni di sensibilizzazione e di cura”. Toscana Sociale

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