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18/11/2017

Si sblocca il fondo da 91 milioni, primo bando per il Terzo settore "unito"

La prima novità introdotta del bando è che unifica in un solo bando gli stanziamenti per odv e aps, mentre in passato le risorse, oltre che molto inferiori, erano rese disponibili attraverso due direttive distinte che prendevano il nome dalle rispettive leggi di settore (la 266 e la 383). Inoltre vengono inserite tra i destinatari anche le fondazioni del Terzo settore. Il riferimento del bando è agli articoli 72 e 73 del Codice del Terzo settore che prevedono questo fondo secondo quanto previsto dall’art. 9 della legge delega 106/16 (la riforma del Terzo settore). I progetti nazionali dovranno prevedere lo svolgimento delle attività in almeno 10 regioni (sono equiparate le province autonome di Trento e Bolzano). Per lo svolgimento delle attività, i proponenti potranno chiedere fino all’80% del costo previsto (del 50% se a presentare il progetto sono le fondazioni). Per la quota restante dovranno provvedere a un cofinanziamento, al quale potranno contribuire con risorse finanziarie anche enti pubblici o privati non appartenenti al terzo settore, la cui partecipazione però dovrà essere a costo zero per il progetto. Il finanziamento per ogni singolo progetto non dovrà essere inferiore a 250 mila euro e non superiore a 900 mila. In attesa che il Registro unico del Terzo settore previsto dalla riforma prenda corpo, possono presentare i progetti aps e odv iscritte ai relativi registri regionali e le fondazioni registrate all’anagrafe delle onlus. Altra novità è che i progetti potranno essere presentati dagli enti anche in partnership con le reti associative (la nuova forma aggregativa prevista dal Codice). Le iniziative dovranno prevedere lo svolgimento di una o più attività di interesse generale previste dall’art. 5 del Codice e riguardare diverse aree di intervento, tra cui: contrasto dello sfruttamento sul lavoro; sviluppo della cultura del volontariato; sostegno all’inclusione sociale; prevenzione e contrasto delle dipendenze e delle forme di violenza; interventi su marginalità e esclusione sociale (persone senza dimora o in povertà assoluta, migranti); rafforzamento della cittadinanza attiva; promozione del sostegno a distanza e sviluppo delle forme di welfare generativo di comunità. La durata dei progetti sarà compresa tra i 12 e i 18 mesi. Le domande andranno consegnate al ministero entro le 12.00 dell’11 dicembre 2017. Altri 26 milioni del fondo saranno destinati a progetti di rilevanza locale, sempre eseguiti da eseguiti dagli stessi soggetti, ma secondo criteri che verranno presto stabiliti dalle regioni. Inoltre è previsto lo stanziamento di un fondo rotativo di 10 milioni per attività di interesse generale promosse dagli enti di terzo settore, che sarà gestito dalla neonata Fondazione Italia Sociale. Le risorse saranno messe a disposizione sotto forma di finanziamenti agevolati per l’acquisto di terreni agricoli o di fabbricati – anche da ristrutturare; macchinari impianti e attrezzature di fabbrica; programmi informatici e servizi per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, veicoli e autoveicoli. La Fondazione si occuperà dell’istruttoria delle domande, concessione ed erogazione delle agevolazioni, esecuzione dei monitoraggi e dei controlli sullo svolgimento effettivo delle iniziative agevolate. Sono poi previsti altri 7 milioni e 750 mila euro per l’acquisto di autoambulanze, veicoli per le attività sanitarie e beni strumentali e 2 milioni e 580 mila euro per le aps che si occupano di soggetti disabili svantaggiati. Nello stesso comunicato, Bobba ha infine annunciato “altri importanti atti amministrativi riguardanti la costituzione dell'Organismo nazionale di controllo dei Centri di servizio del volontariato e l'istituzione del Consiglio Nazionale del Terzo settore. Così come, ben presto, sarà sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Ministero del Lavoro e diverse amministrazioni territoriali e statali per l'avvio del Social bonus". (Clara Capponi) Redattore Sociale

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