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28/06/2017

Al via la riforma del terzo settore

Trecentomila associazioni, 1 milione di lavoratori, 5 milioni di volontari. Sono i numeri dei soggetti interessati dai decreti legislativi approvati dal consiglio dei ministri sul codice del terzo settore, l'impresa sociale e la nuova disciplina del cinque per mille. Il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, in conferenza stampa con il sottosegretario Luigi Bobba, parla di "un riconoscimento politico e normativo a questo grande mondo", volto a "superare elementi di frammentazione della normativa e anche per introdurre elementi di innovazione". E' stato "importantissimo- aggiunge- il dialogo sviluppato con il forum del terzo settore e con tutte le associazioni coinvolte. Dobbiamo dare atto al parlamento, inoltre, del lavoro molto importante che e' stato fatto. I pareri di merito sono stati per larga parte accolti nella stesura dei testi". Il ministro sottolinea che "e' un passaggio molto importante. Ora ci sara' un ulteriore impegno visto che i testi prevedono atti, decreti ministeriali per calare la legge nel vissuto di tanti soggetti". Luigi Bobba, considerato un po' il padre della riforma, osserva che si tratta di "un punto di svolta, perché da ora comincia il cammino attuativo". Per la prima volta, spiega illustrando le principali novità, "abbiamo una definizione di cos'è il terzo settore. Fino ad ora era solo una formula sociologica descrittiva. Ora e' riconosciuto dalla legge. Il legislatore non insegue i soggetti ma da' una forma di regolazione generale che ha un architrave in un unico registro del terzo settore. Fino ad oggi ce n'erano tanti, la situazione non era trasparente, qualche volta era anche opaca. Da quando sara' avviato il registro ci sara' un unico punto di riferimento, gestito dalle regioni su un'unica piattaforma nazionale. Questo significa più trasparenza e informazioni piu' ricorrenti. Per le istituzioni migliore conoscenza dei soggetti a cui si erogano i fondi". Non meno decisivo l'aspetto che riguarda le risorse. La legge, sottolinea il sottosegretario Bobba, "ha una dotazione di 190 milioni di euro che nei diversi decreti legislativi sono stati per il 60% dedicati agli incentivi di carattere fiscale. Per le organizzazioni di volontariato, ad esempio, per ogni 100 euro, fiscalmente ne ritornano 35". Ci sara' "inoltre un fondo per i progetti innovativi" che per il primo anno avrà una significativa dotazione, pari a 65 milioni. "Vogliamo partire con la benzina giusta", dice Bobba che sottolinea come "con le risorse nel primo anno si andrà a incrementare il fondo per il servizio civile in modo da mantenere anche per il 2018 l standard di quest'anno, con circa 50mila posti disponibili". Significativa novità la riforma del 5 per mille, la cui copertura ammonta a 500 milioni strutturali. Ci sara' "un meccanismo di erogazione più veloce", al posto della media di quasi due anni previsti al momento. E infine "una diversa ripartizione delle risorse in modo da evitare distorsioni. In ultimo- conclude Bobba- un meccanismo di trasparenza: i beneficiari dovranno rendere conto con una informazione sostanziale su come impiegheranno le risorse che il cittadino destina con questo meccanismo di sussidarietà fiscale". Dunque a circa tre anni dal lancio dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi delle linee guida di Riforma Terzo Settore, i provvedimenti attuativi giungono al traguardo. Codice del Terzo Settore, impresa sociale e cinque per mille, spiega una nota del ministero del Lavoro, sono stati oggi varati in via definitiva dal Consiglio dei Ministri dopo un confronto costruttivo con le Commissioni delle due Camere che ha consentito di migliorare il testo e rispondere ad alcune esigenze largamente diffuse. Una riforma importante che, come si è detto, riguarda più di 300.000 organizzazioni associative, cooperative e di volontariato e che coinvolge più di 6 milioni di cittadini che dedicano tempo all'impegno volontario. Una riforma impegnativa per le istituzioni, che mediante norme di sostegno fiscale e di sviluppo di progetti innovativi, vogliono dare impulso alla crescita di un Terzo Settore trasparente, efficace, radicato nelle comunità e capace di affrontare sfide ambiziose. La nuova normativa mette a disposizione del Terzo Settore risorse pari a 190 milioni che saranno investite in nuovi incentivi fiscali, nella nascita di un Fondo progetti innovativi, nello sviluppo del Social bonus, nel lancio dei Titoli di solidarietà, oltreché in un incremento della dotazione del Fondo per il Servizio civile in modo da accrescere, anche per il 2018, i posti disponibili per i giovani che lo vogliono fare. Un ruolo essenziale nella nuova regolazione sara' incentrato sul Registro Unico del Terzo Settore: uno strumento che sara' avviato, gestito e aggiornato dalle Regioni ma che utilizzerà un'unica piattaforma nazionale. L'obiettivo e' il superamento della frammentazione e dell'opacità dei troppi registri oggi esistenti: l'accesso al Fondo progetti, al cinque per mille, agli incentivi fiscali sara' possibile solo attraverso l'iscrizione al Registro. Con il decreto sull'impresa sociale, l'Italia si dota di una normativa particolarmente innovativa: ampliamento dei campi di attività (commercio equo, alloggio sociale, nuovo credito, agricoltura sociale, ecc.); possibile, seppur parziale, distribuzione degli utili e soprattutto incentivi all'investimento di capitale per le nuove imprese sociali: il 30% dell'investimento potrà essere fiscalmente deducibile o detraibile analogamente a come avviene oggi per le start up innovative tecnologiche. Nel mese di luglio prenderà altresì avvio il Fondo di garanzia e per il credito agevolato dedicato proprio alle imprese sociali. Il Fondo ha una dotazione di 200 milioni. Il Governo con questo provvedimento intende investire sull'innovazione sociale, in modo da rispondere a tanti i nuovi bisogni legati all'invecchiamento della popolazione, all'integrazione dei migranti, allo sviluppo della formazione permanente e all'inclusione dei cittadini più vulnerabili. Infine il cinque per mille. Il decreto porta a compimento la riforma strutturale iniziata con la legge di bilancio 2015, che ha attribuito risorse in modo stabile per 500 milioni all'anno. Ora si tratta di accelerare i tempi di erogazione, introdurre criteri innovativi nel riparto delle risorse e rendere del tutto trasparente l'utilizzo delle risorse da parte dei beneficiari. Regioni.it