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13/07/2017

Quasi 300mila italiani all’estero nel 2016, i veri migranti siamo noi

Nel 2016 si stima che circa 285.000 italiani abbiano fatto le valigie e si siano trasferiti all'estero, mentre sono sbarcati sulle nostre coste complessivamente 181.000 persone: i veri migranti quindi siamo noi. Questo è il dato inconfutabile che emerge dalle anticipazioni del dossier del centro studi Idos, che ha calcolato il numero dei nostri connazionali che nello scorso anno ha deciso di cercare fortuna fuori dai confini nazionali, con due su tre che poi di solito decidono di non far ritorno in patria. Ad allarmare ancora di più è il fatto che a dire addio all'Italia siano per la maggior parte giovani laureati, andando a confermare quindi il trend degli ultimi anni dove c’è stata una cospicua e costante fuga dei cervelli dal nostro paese. Se poi andiamo a paragonare queste cifre con il numero delle persone arrivate nel 2016 sulle nostre coste, 181.000 in totale, allora è ben chiaro come in un clima di grande ostilità verso gli immigranti ci siamo dimenticati che, anche in questo momento, i veri migranti rimaniamo sempre noi. Un esercito di italiani immigrati Come sempre molto prezioso, il dossier realizzato dal centro studi Idos snocciola cifre inquietanti per il nostro paese. Secondo la ricerca, nel 2016 sono stati ben 285.000 gli italiani che sono emigrati all'estero in cerca di un lavoro migliore. A questo numero si è giunti partendo dai dati dell’Istat, che nello scorso anno ha parlato di 114.000 nostri connazionali che si sono iscritti all'Aire, ovvero l’Anagrafe degli italiani residenti all'estero. Il fatto però è che molti dei nostri connazionali che decidono di emigrare non si iscrivono subito all'Aire, tanto che gli uffici statistici della Germania e del Regno Unito ogni anno indicano un numero di nuovi italiani presenti triplo rispetto a quello dei dati ufficiali dell’Istat. Nel suo calcolo, il centro studi Idos ha moltiplicato per 2,5 volte il dato degli italiani che nel 2016 si sono iscritti all’Aire. La stima finale quindi è di 285.000 connazionali, un numero che ci riporta indietro quasi di diversi decenni. Se pensiamo che nei primi anni di questo millennio erano meno di 100.000 gli italiani che ogni anno prendevano la decisione di abbandonare il paese, dopo poco più di un decennio il numero è quasi triplicato. Le mete preferite dei migranti nostrani sono sempre Regno Unito e Germania, ma anche le Americhe sono molto gettonate con paesi come l’Argentina, il Canada e il Brasile in cima a questa particolare classifica. Chi parte dal nostro paese poi sono sempre più giovani laureati, che poi due volte su tre decidono di non fare più ritorno in Italia in quanto all'estero riescono a trovare un lavoro più redditizio e consono al proprio titolo di studio. Siamo noi i veri migranti? Il tema dell’immigrazione ormai è al centro del dibattito politico sia in Italia che in Europa. Di fronte al numero record degli sbarchi dall'inizio del 2017, il nostro paese sta vivendo una vera e propria emergenza con i centri di accoglienza ormai vicini al collasso. Quella che è scoppiata di recente poi, a livello civico ma anche politico, è una sorta di guerra al migrante dove tutti puntano il dito contro gli sbarchi che sembrerebbero essere la causa di tutti i mali del nostro paese. Senza dubbio la situazione attuale è insostenibile: l’Italia non può farsi carico da sola dell’accoglienza di un così alto numero di persone. Così facendo, i migranti vengono stipati in strutture di emergenza che producono solo tensione e soldi in tasca di chi gestisce, spesso non in modo trasparente, questi centri. Un conto però è una giusta distribuzione degli sbarchi, altra cosa invece è la politica dei respingimenti forzati. In questo clima di isteria collettiva, assistiamo anche a piccoli comuni che rifiutano l’arrivo di singole famiglie di immigrati. I dati del centro studi Idos ci riporta invece alla triste realtà di noi italiani. Non bisogna infatti andare indietro fino al dopoguerra per parlare di una nostra immigrazione di massa, perché la situazione attuale è altrettanto grave. Decine e decine di migliaia di giovani laureati che ogni anno lasciano il paese rappresentano allo stesso tempo una tragedia e una sconfitta. Da noi nessuno scappa, per fortuna, dalla guerra. Quelli che partono sono tutti migranti economici, proprio quelli che in molti dicono di non volere nel nostro paese. Questa fuga di massa dall'Italia da parte della nostra meglio gioventù è dettata dalla crisi che ancora attanaglia il nostro paese, dai bassi salari, da un welfare scadente, dalla mancanza di prospettive per il futuro e anche dalla bassa meritocrazia soprattutto a livello pubblico. Tutti fattori questi che stanno determinando la migrazione nostrana. La Brexit di cui tanto si parla è stata votata dagli inglesi per fermare la migrazione di cittadini dell’Unione, non quella di persone proveniente da fuori il Vecchio Continente. In molti poi hanno parlato di un provvedimento ad hoc preso proprio contro italiani, greci e persone provenienti dall’Est Europa, che da anni si riversano nel Regno Unito in cerca di lavoro. Non è un caso che la maggior parte di chi sbarca sulle nostre coste non abbia intenzione di rimanere in Italia, ma di andare verso altri paesi europei. Si potrebbe dire quindi che l’unica differenza tra i nostri ragazzi che emigrano e quelli provenienti dall'Africa sia, soltanto, che noi per andare a vivere in Germania possiamo prendere l’aereo, gli altri no. money.it