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06/04/2018

“Assistenza domiciliare come risposta ai caregiver”

Il 92% delle donne svolge il ruolo di caregiver all’interno della famiglia, nel 31% dei casi questo grava essenzialmente sulle loro spalle non avendo altre fonti di aiuto. Numeri allarmanti, emersi da una indagine Ipsos, che impongono un ripensamento nei modelli di assistenza a malati e disabili. Conciliare vita, lavoro e cure è già difficile, in particolar modo in Italia, un Paese composto essenzialmente da anziani. Nove donne su 10 oggi vestono i panni di ‘manager delle cure familiari’, dedite all’assistenza di un parente ammalato o disabile e parlano con il medico di famiglia, il pediatra, il cardiologo, l’oncologo e così via. Qual è la risposta a questa emergenza? “L’assistenza domiciliare è la soluzione a questo sovraccarico che si riversa sulla famiglia dell’assistito ed in particolar modo sulla donna. Si regista anche un crescente bisogno di servizi sanitari sul territorio dovuto all’aumento dell’età media della popolazione italiana e alle malattie croniche correlate” ha dichiarato Giuseppe Milanese, presidente della cooperativa Osa e di FederazioneSanità Confcooperative. La quota dei pazienti cronici è però destinata a crescere, secondo l’Istat, si prevede che entro il 2050 si sfiori quota 21.775.809 di ultrasessantacinquenni pari al 34,3% della popolazione, passando da un quinto attuale (13,4 milioni, il 22% del totale) a un terzo dei residenti. Questo il drammatico quadro ritratto da VillageCare.it, la prima piattaforma nazionale che si occupa di orientamento e sostegno per chi si prende cura di anziani con fragilità che coinvolge oltre 8 milioni di italiani. “Gran parte di questa assistenza domiciliare- ha proseguito Milanese intervistato dall’agenzia Dire- è richiesta alle Asl tramite il medico di medicina generale ed erogata poi da organizzazioni no profit. Il ruolo di questi enti è cresciuto proporzionalmente al bisogno di pazienti assistiti e la complessità dei casi trattati”. “La situazione oggi nel Lazio conta decine di migliaia di pazienti, con patologie differenti, presi in carico da società di servizi accreditate in modo da garantire al paziente qualità, trasparenza e continuità assistenziale” ha concluso il presidente di Osa. Agenzia Dire